Si tratta di condizioni che determinano quadri dolorosi molto invalidanti per il paziente. Il dato anatomico spesso rilevato nel corso di approfondimenti diagnostici come RMN cerebrale o angioRMN cerebrale è una situazione di anomalo contatto o ridondanza del decorso di un vaso, il più delle volte arterioso, in corrispondenza del punto di emergenza di un nervo cranico dal tronco encefalico.
Il conflitto neurovascolare più comune è tra il quinto nervo cranico (Trigemino) e l’arteria cerebellare superiore (SCA): il conflitto che si configura è responsabile dell’80-90% dei casi di nevralgia del trigemino. Il dolore trigeminale “tipico” pertanto si caratterizza per attacchi parossistici di dolore lancinante nel territorio di distribuzione del nervo trigemino (divisione oftalmica, mascellare, mandibolare), generalmente unilaterale, scatenato da shock termici, movimenti masticatori, di durata definita, con intervalli liberi, evocato dalla stimolazione di particolari trigger points e associato a lievi moderate alterazioni della sensibilità nei territori di interesse:
- 5% divisione oftalmica
- 20% divisione masticatoria
- 42 % divisione masticatoria e mandibolare
- 3 % interessamento di tutte e tre le divisioni
Conflitto tra l’arteria cerebellare superiore (SCA) e il V nervo cranico (Trigemino), courtesy by Schmidek & Sweet operative neurosurgical techniques
Il primo approccio al paziente con nevralgia trigeminale con dato anatomico di conflitto neurovascolare (V nc – SCA) è la terapia medica che può prevedere la lenta titolazione di farmaci fino a dosaggio massimale per la remissione dei sintomi e degli attacchi. Nel caso di fallimento o intolleranza alla terapia medica, un intervento chirurgico di decompressione microvascolare ovvero la separazione anatomica tra vaso e nervo mediante apposizione di materiale sintetico o fascia muscolare, può trovare un’applicazione. La scelta chirurgica si rivela curativa nell’80% dei casi.